Leggo ancora e sento, sovente, parlare o scrivere della Verità: la Verità da sopra, la Verità da sotto; la Verità di qua, la Verità di là. Un'affermazione positiva, verace e aprioristica, quale: < la Verità E' >, ingenera la considerazione conseguente che, pur Essendo, la Verità, per l'uomo è non risolutiva ma rappresenta una tappa verso un traguardo differente. Non è che un passo, vale a dire, la Verità, ancorché l'ultimo, verso la Libertà. E' stato scritto, infatti:
< Voi conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi.> Gv. 8, 32
Da ciò si evince inconfutabilmente, prestando fede alla Scrittura, che la Libertà risulta essere la meta finale, l'approdo e il compimento del viaggio o dell'esperienza umana, il suo fine esoterico ed essoterico e la verità non è che la sua ancella, ancorché prediletta. Conosciuta la verità, allora, occorre fare ancora un passo. Ma la verità è inebriante, ricolma i cuori e con essi riempie le bocche e le tasche, ci illude simili agli dèi e spesso ci imprigiona alle nostre supponenze, ai pregiudizi, ai nostri preconcetti, impedendoci così di liberarci, emancipandoci definitivamente dalle monumentali sovrastrutture mentali che condizionano la nostra interpretazione delle cose del mondo e del loro ordine.
< La verità non esiste; e se anche esistesse, noi non potremmo sperimentarla; e se anche noi potessimo sperimentarla, noi non potremmo comunicarla ad alcuno.> - Gorgia da Lentini, frammento VIII - I sec. A.C. -
Reiterando il concetto semplice: la verità è ineffabile, eppure appena scortone uno spiraglio, non di rado essa incarcera alle superbie, alle borie, le spocchie, le tracotanze, alle arroganze, rimandando a chi sa quando l'atteso incontro con se stessi. Inoltre, sarebbe bene considerare che la verità rappresenta un aspetto superiore della conoscenza e dunque della vita che, come tutti i doni di dio ovvero dell'Essere alla Vita, ha due facce, sempre. E una delle due facce è nera, custodita da principii oscuri, daimon altissimi e se mal interpretata, appunto e di converso, piuttosto che liberare, imprigiona, la Verità.
La verità non ci rende contestualmente liberi. Essa deve operare con noi, in noi, nel silenzio e nelle modestie del cuore, ne dobbiamo essere testimoni e custodi e sapere comunque che non ci appartiene.
- Il mezzo giusto nelle mani dell'uomo sbagliato, dà il risultato sbagliato; il mezzo sbagliato, nelle mani dell'uomo giusto, dà il risultato giusto. -
Infine, conosciuta la verità, quella verità che ci farà Liberi, sembrerebbe opportuno fare come se mai l'avessimo conosciuta, poiché la presunzione che ingenera quella sorta di supposta sapienza di sapere o aver saputo il Vero, non è che un muro invalicabile verso la meta ultima, la Libertà, appunto. Di conseguenza, la verità è una barriera edificata a bella posta e sapientemente per discriminare gli Uomini che Sono da quelli che presumono di Essere. Nella Vita e nel Mondo, obbiettivamente e oggettivamente, non siamo tutti uguali e suppongo sia condivisibile, così i processi evolutivi personali non sono sincroni, sebbene e posso condividere onestamente, sarebbe bello se così fosse. Questo costrutto, infine, codesto testo onesto, non è che un'esortazione semplice, come dire, a porre attenzione alle parole che illustrano concetti i quali, fin troppo spesso, scadono in congetture.
< La Libertà è un'avventura senza fine, in cui rischiamo tutto quello che siamo e tutto quello che abbiamo per raggiungere qualcosa che è oltre le parole, i pensieri, i sentimenti. > - C. Castaneda: L'Arte di Sognare -
Solo questo trasmisi al mio ragazzo, ed egli domandò:
" Padre ma allora che cos'è la Libertà? "
" La Libertà è una tautologia: solo nella Libertà si può conoscere compiutamente cosa sia la Libertà."
" E tu, Padre, sei nella Libertà? "
" Posso dichiarare, figlio mio, di sì! Sono nella Libertà, ma mentirei se affermassi di essere totalmente libero." Concludo la memoria a riflessione, citando Jalaluddin Rumi:
< Ben oltre le idee di giusto e di sbagliato [di vero e di non vero], c'è un campo. T'aspetterò laggiù [laggiù ci incontreremo]. >
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Antonio Ciavolino
- 16/02/2015 16:31:00
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Grazie a Nando e a Lorenzo per le belle note e lattenzione. Valete!
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Nando
- 14/02/2015 10:57:00
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Il testo è interessante e in alcuni punti condivisibile; offre enunciati di cui non conosco dimostrazioni e propone interpretazioni parziali e soggettivi. La Verità è un assoluto e come assoluto porta seco la liberazione dal falso, ma la libertà ne è presupposto contestuale e conseguenza, mai sostituto di scopo; almeno prendendo origine dallimplicita citazione. È evidente, per raggiungere così la fine del mio commentare, che disegnando su carta un triangolo perfetto non sto con ciò toccando il reale, non gli appartengo ancora. Ci sarà ma oltre il segno, seppure già questi da lì procede. Per cui, in modo analogo, dalla Verità già veniamo e alla Verità stiamo andando; apparteniamo alla Verità come Ella appartiene a noi, si dà a noi, seppure ancora in immanenze relative. Su alcuni altri punti del testo, sarebbe bello disquisire, ma la mia notoria ignoranza è stata già troppo scostumata.
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Lorenzo Mullon
- 14/02/2015 10:34:00
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{ a proposito di "verità", il dono lo vedo arrivare dal mio Sé profondo un messaggio dellanima della mia anima intenta a risvegliarsi e a risvegliarmi però lo si può scoprire solo liberandosi e siamo punto a capo . . . a volte sembra un cane che si morde la coda bisogna trovare il punto di partenza darsi una mossa mettere tutto in discussione }
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Lorenzo Mullon
- 14/02/2015 10:28:00
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giusto non serve a niente la "verità" se non ci si libera diventa anzi un fardello una ideologia si sta ad adorare la "verità" da lontano e si dimentica che dobbiamo diventare noi la "verità" diventare veri autentici e in movimento senza movimento cè stagnazione la peggiore delle morti < tema profondo, peccato che nessuno commenti, almeno dei 20 passati per di qua >
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